Stagione Lirica 2017/18
Opera

La sonnambula

Vincenzo Bellini

La regia di Bepi Morassi ambienta La sonnambula di Vincenzo Bellini in una stazione sciistica svizzera degli anni '30 del novecento; l'impianto scenico di Massimo Checchetto porta sul palco un gran torpedone rosso da cui fuoriescono  i turisti che si uniscono alla gente del posto e una funivia per gli sciatori. La scena di Amina che vaga sonnambula su uno strapiombo roccioso è di grande effetto, così come la trasposizione scenica rende reale il mondo montanaro creato dal libretto di Felice Romani.

La sonnambula
Melodramma in due atti
Musica di Vincenzo Bellini
Libretto di Felice Romani da La Somnambule di Eugène Scribe e Germain Delavigne e La Somnambule ou L'arrivée d'un nouveau seigneur di Eugène Scribe e Pierre Aumer
Prima rappresentazione: 6 marzo 1831 al Teatro Carcano di Milano

Artisti

Maestro concertatore e direttore
Sebastiano Rolli

Regia
Bepi Morassi

Scene
Massimo Checchetto

Costumi
Carlos Tieppo

Luci
Vilmo Furian

Maestro del Coro
Lorenzo Fratini

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Il Conte Rodolfo
Nicola Ulivieri

Teresa
Giada Frasconi

Amina
Laura Giordano

Elvino
Shalva Mukeria

Lisa
Giulia Bolcato

Alessio
Min Kim

Un notaro
Carlo Messeri
Atto I. In un villaggio della Svizzera. Mentre tutti festeggiano il fidanzamento di Amina ed Elvino, Lisa non partecipa alla gioia generale: doveva essere lei la sposa del giovane e, in preda alla gelosia, rifiuta infastidita l’amore di Alessio. Accompagnata dalla madre Teresa giunge Amina esprimendo tutta la sua felicità: si congratula inoltre con Alessio per le nozze con Lisa, ritenute imminenti, suscitando una secca risposta della ragazza. Compare infine Elvino che dona alla fidanzata l’anello della madre, sulla cui tomba si è appena recato ad implorare la benedizione alle nozze. L’attenzione generale è improvvisamente rivolta all’arrivo di uno straniero: è il conte Rodolfo, che viaggia in incognito e decide di fermarsi per la notte perché il castello è troppo lontano. Nel guardarsi intorno, viene assalito dai ricordi della gioventù passata in quei “luoghi ameni”; poi, venuto a conoscenza del matrimonio che deve celebrarsi, si felicita garbatamente con Amina, ma le sue attenzioni finiscono per ingelosire Elvino. Quando Rodolfo afferma di aver trascorso la giovinezza insieme al signore del castello, Teresa lo informa della morte del vecchio Conte, cui è seguita la scomparsa del figlio: ma egli assicura che il giovane è in buona salute e che il suo ritorno è imminente. Cala la sera e tutti si affrettano a rientrare in casa spaventati, perché da tempo di notte appare un fantasma. Dopo aver rinnovato i rallegramenti ad Amina, Rodolfo si allontana con Lisa, mentre Elvino, sempre roso dalla gelosia, viene calmato dalle parole affettuose della fidanzata. Lisa va ad informarsi da Rodolfo se l’alloggio sia di suo gradimento e afferma di aver appreso che egli è il figlio del vecchio Conte: il giovane inizia a corteggiare la ragazza, che sembra non disdegnare le sue lusinghe. Un rumore improvviso fa fuggire Lisa, ma, nella fretta, le cade un fazzoletto che Rodolfo raccoglie e getta su un divano: si spalanca allora una finestra e appare una fantomatica figura, nella quale il Conte riconosce Amina, che è evidentemente sonnambula e parla in sogno. Dopo aver represso l’intenzione di approfittare della situazione, nell’udire che alcune persone si stanno avvicinando, Rodolfo si allontana per non compromettere la giovane: Lisa, nascosta, ha però assistito alla scena e corre ad avvertire Elvino. Capeggiati da Alessio, gli abitanti del villaggio sopraggiungono a festeggiare il ritorno del Conte, la cui identità è ormai nota; trovata la porta aperta si introducono nella stanza e, con profondo stupore, vi trovano Amina profondamente addormentata. Alla folla si uniscono anche Teresa, Lisa ed Elvino, che si sente tradito, poiché  Amina, appena desta, non è in grado di fornire delle spiegazioni convincenti sull’accaduto. Disperata per le ingiuste accuse che le vengono mosse, la giovane si abbandona spossata tra le braccia di Teresa.

 

Atto II. Un bosco. Un gruppo di abitanti del villaggio, commossi dal dolore di Amina e convinti della sua innocenza, si dirige verso il castello per ottenere che il Conte sveli il mistero della presenza della giovane nella sua camera. Intanto anche Teresa conduce la figlia da Rodolfo con lo stesso scopo, ma per strada le donne incontrano Elvino: Amina tenta invano di discolparsi, ma il giovane, pur disperato, è irremovibile e le strappa l’anello di fidanzamento.

Stessa scena del primo atto. Mentre si sparge la notizia che Elvino è intenzionato a sposare Lisa, Rodolfo si fa garante di fronte a tutti dell’onestà di Amina: la fanciulla è una sonnambula ed è entrata nella sua camera in stato di incoscienza. Nasce allora una disputa tra Elvino, che non crede alla tesi del Conte, e Rodolfo, che impegna il suo onore in difesa della ragazza. Interviene Teresa, chiedendo un po’ di silenzio perché la figlia possa finalmente riposare; poi, apprese le intenzioni di Elvino, mostra il fazzoletto di Lisa rinvenuto nella camera del conte Rodolfo: Lisa non può che confermare, col suo rossore, le parole di Teresa. Elvino, sconcertato dal duplice “tradimento” di Lisa e della fidanzata, è confortato dal Conte che ribadisce l’innocenza di Amina. A riprova delle parole di Rodolfo, ecco apparire il presunto fantasma: è Amina che vaga in preda a sonnambulismo. Al suo improvviso vacillare, tutti trattengono il fiato spaventati, ma la ragazza prosegue la sua passeggiata notturna: in uno stato di sonno profondo, credendo di parlare con Elvino, riafferma la sua innocenza, rimpiange i suoi sogni infranti e spera che il giovane torni ad amarla. Spinto dal Conte, Elvino, commosso e definitivamente convinto, le rende l’anello: finalmente Amina si sveglia, circondata dalle persone care, fra le braccia dell’amato ed esprime la propria gioia per le nozze imminenti.

 
VINCENZO BELLINI
Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini nasce a Catania il 3 novembre 1801 in una famiglia di musicisti a cui deve la sua prima formazione.  Nel 1819 il Decurionato di Catania gli assegna una borsa di studio per il Real Collegio di Napoli; qui, sei anni più tardi, come saggio finale, presenta la sua prima opera: Aldeson e Salvini. Dopo un notevole successo al Teatro San Carlo nel 1826 con Bianca e Fernando, Bellini è invitato alla Scala dall’impresario Domenico Barbaja e per questo palcoscenico crea capolavori come Il pirata (1827), La straniera (1829) e Norma (1831); nel frattempo firma I Capuleti e i Montecchi (1830) per il Teatro La Fenice di Venezia e La sonnambula (1831) per il Teatro Carcano di Milano. Ottenuto un contratto per il Théâtre-Italien diretto da Rossini, vi debutta nel gennaio del 1835 con I Puritani. Il 23 settembre dello stesso anno si spegne, a soli trentaquattro anni, a Puteax, vicino Parigi.
Date

Sab 18 novembre, ore 20:00
Dom 26 novembre, ore 15:30
Mer 29 novembre, ore 20:00
Mer 22 novembre, ore 20:00

Durata
Prima parte: 1 ora e 25 minuti
Intervallo: 30 minuti
Seconda parte: 1 ora e 3 minuti
Durata complessiva: 2 ore e 58 minuti circa
Prezzi
Platea 1 € 100
Platea 2 € 80
Platea 3 € 65
Platea 4 € 50
Palchi € 35
Galleria € 20
Visibilità limitata € 10
Solo ascolto € 5
Dove

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Piazzale Vittorio Gui, 1
50144 Firenze

Dettagli e mappa