Passione Puccini
Opera

La Bohème

Giacomo Puccini

«Una vita gaia e terribile»: è quella dei bohémien. In una Parigi fredda e invernale quattro giovani artisti tirano a campare con pochi soldi, cercando di mangiare qualcosa e godendo di sprazzi di vita al Caffe Momus. L'intreccio tra due storie d'amore, quelle di Marcello con Musetta e Rodolfo con Mimi è l'occasione per mostrare anche il lato oscuro del'amore: i litigi tra innamorati e le gelosie reciproche, che svaniscono quando qualcosa di più grande si palesa: la morte.

La Bohème
Opera in quattro quadri
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, ispirato al romanzo Scene della vita di Bohème di Henri Murger
Musica di Giacomo Puccini

Nuovo allestimento

Artisti

Direttore
Francesco Ivan Ciampa

Regia
Bruno Ravella

Assistente alla regia
João Carvalho Aboim

Scene
Tiziano Santi

Costumi
Angela Giulia Toso

Luci
D. M. Wood

Maestro del Coro
Lorenzo Fratini

OrchestraCoro e Coro delle voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino
Mimì
Maria Mudryak

Rodolfo
Matteo Lippi

Marcello
Benjamin Cho

Musetta
Angela Nisi

Schaunard
Andrea Vincenzo Bonsignore

Colline
Goran Jurić

Benoît
William Hernandez

Parpignol
Carlo Messeri

Alcindoro
Alessandro Calamai

Sergente dei doganieri
Vito Luciano Roberti

Un doganiere
Nicolò Ayroldi

Venditore ambulante
Leonardo Sgroi
Quadro Primo - In soffitta

È la vigilia di Natale: il poeta Rodolfo e il pittore Marcello stanno lavorando, ma la loro soffitta, sui tetti di Parigi, è fredda e la legna è finita. Per riscaldarsi Rodolfo getta senza rimpianti il manoscritto del suo ultimo dramma nel caminetto. Entra Colline il filosofo, che ha tentato senza successo di raggranellare qualche soldo al banco dei pegni. Poco dopo sopraggiunge un quarto amico, il musicista Schaunard, preceduto da due garzoni carichi di legna e viveri. L’improvvisa ricchezza è frutto di un colpo di fortuna: egli ha sbarazzato un ricco inglese di un fastidioso pappagallo ed è stato così ricompensato. I giovani vorrebbero precipitarsi a mangiare, ma Schaunard consiglia di serbare le vivande per il futuro e di andare a cena nel Quartiere Latino. Stanno per uscire quando qualcuno bussa alla porta: è Benoît, il padrone di casa, venuto a reclamare l’affitto arretrato. I quattro lo fanno sedere e gli offrono da bere, mostrandosi ammirati delle sue avventure galanti; ma quando il vecchio si lascia sfuggire che è sposato, si fingono scandalizzati della sua immoralità e lo cacciano senza averlo pagato. Mentre gli amici si avviano a cena, Rodolfo si trattiene ancora a terminare un articolo di giornale. Ma è subito interrotto: Mimì, una giovane vicina, bussa alla porta, chiedendo del fuoco per accendere il lume. Appena entrata è colta da una crisi di tosse e Rodolfo la rinfranca con un po’ di vino. Sul punto di andarsene, Mimì si accorge di aver perso la chiave di casa e prega il giovane di aiutarla nella ricerca: di nuovo il vento le spegne il lume e prontamente Rodolfo, di nascosto, soffia sulla sua candela. Nel buio i due cercano la chiave: il poeta la trova per primo e la nasconde. Le loro mani si incontrano: Rodolfo parla di sé e Mimì gli risponde raccontando la sua vita lieta e semplice di fioraia. Dalla strada, gli amici protestano per il prolungarsi dell’attesa. I due, innamorati, si baciano e abbracciati raggiungono gli altri.

Quadro Secondo - Al Quartiere Latino

Confusi fra la folla del Quartiere Latino i quattro amici fanno spese: in particolare Rodolfo acquista una cuffietta rosa per Mimì. Poi si ritrovano come convenuto al Caffè Momus: il poeta presenta la sua nuova compagna agli amici, che l’accolgono benevolmente; quindi tutti ordinano la cena. Sopraggiunge Musetta, antica fiamma di Marcello, con la sua ultima conquista: il vecchio e ricco Alcindoro. Musetta, per ingelosire Marcello, compie ogni sorta di stranezze: lo provoca con una canzone sfrontata, poi spedisce Alcindoro dal calzolaio ad accomodare una scarpa che le fa male, infine si getta nella braccia di Marcello. Giunto il momento di pagare, Musetta fa mettere sul conto del vecchio anche la cena dei cinque amici e se ne va con loro, mentre passa una banda militare che accompagna la ritirata. Ritornato con la scarpa accomodata, Alcindoro trova solo un conto salato da pagare.

Quadro Terzo - La Barriera d’Enfer

È una fredda alba di febbraio e sta nevicando. I doganieri lasciano passare gli spazzini e le contadine mentre da un’osteria vicina si odono allegri brindisi e la voce spensierata di Musetta. Giunge Mimì in cerca di Marcello, che lavora presso l’osteria a dipingerne l’insegna. Marcello esce dalla taverna e riceve le confidenze disperate della ragazza: l’assurda gelosia di Rodolfo rende ormai impossibile la convivenza. Quando sopraggiunge Rodolfo, Mimì si nasconde e ascolta il colloquio dei due amici. Il giovane poeta vuole giustificare la separazione da Mimì con il comportamento leggero della ragazza, ma dietro le insistenze del pittore si decide a parlare sinceramente: Mimì è molto malata e avrebbe bisogno di cure, di una casa calda; la vita misera al suo fianco la sta lentamente uccidendo, così ha cercato di allontanarla con una scenata di gelosia. Un accesso di tosse rivela la presenza della ragazza che, uscita dal suo nascondiglio, pare accettare l’idea della separazione. Ma il sentimento che li lega è ancora forte e il ricordo dei giorni felici porta i due innamorati ad intrecciare un melanconico duetto d’amore. Frattanto scoppia l’ennesimo litigio fra Marcello e Musetta, sorpresa a civettare con un avventore del locale. Il quadro si chiude così con una netta contrapposizione di situazioni: mentre Mimì e Rodolfo decidono di rimandare il loro distacco fino “alla stagion dei fiori”, Musetta e Marcello si scagliano rabbiosi insulti.

Quadro Quarto - In soffitta

Marcello e Rodolfo, ormai abbandonati dalle loro compagne, fingono di essere intenti al lavoro, ma in realtà pensano a Musetta e a Mimì scambiandosi piccole cattiverie. Entrano Colline e Schaunard con poche cose da mangiare: del pane e un’aringa salata. La cena è povera ma sufficiente a far ritornare in soffitta l’allegria di un tempo: i quattro amici improvvisano una girandola di scherzi e pantomime. Improvvisamente si spalanca la porta: è Musetta, che accompagna Mimì sfinita e morente. Rodolfo la fa distendere sul letto mentre gli altri si affannano per recarle qualche conforto: Musetta va a vendere i suoi orecchini per comprare un manicotto, Marcello corre a cercare soccorso da un medico, Colline decide di impegnare il suo vecchio pastrano. Rimasti soli, Rodolfo e Mimì rievocano il loro primo incontro e decidono di restare sempre insieme. A uno a uno ritornano gli amici portando il manicotto e un cordiale. Mimì sembra riprendersi confortata dall’affettuosa presenza degli amici e si addormenta tranquilla: Rodolfo si illude che si tratti di un improvviso miglioramento, poi il contegno degli amici lo richiama crudelmente alla realtà. Disperato, si accascia sul corpo senza vita di Mimì.
Date

Sab 30 settembre, ore 15:30
Mer 27 settembre, ore 20:00
Sab 23 settembre, ore 20:00
Sab 16 settembre, ore 20:00
Gio 14 settembre, ore 20:00

Durata
Prima parte: 1 ora
Intervallo: 30 minuti
Seconda parte: 1 ora e 5 minuti

Durata complessiva: 2 ore e 35 minuti
Prezzi
Platea I 80 €
Platea II 60 €
Platea III 50 €
Platea IV 40 €
Palchi 30 €
Galleria 20 €
Visibilità limitata 10€
 
Dove

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Piazzale Vittorio Gui, 1
50144 Firenze

Dettagli e mappa
Ringraziamenti

Il Coro delle voci bianche del Maggio indossa
BaroniAbbigliamento per bambini

Oltre il sipario
Le guide all'ascolto nel Foyer di galleria iniziano 45 minuti prima dello spettacolo.