Scorre sinuosa e languida, attraversando boschi e lambendo prati. Incontra battute di caccia, danze di contadini e di sirene e, accarezzati gli splendori di Praga, scompare misteriosa all’orizzonte per tuffarsi nell’Elba. La corrente della Moldava riporta all’Opera di Firenze i gloriosi Berliner Philharmoniker in un programma interamente consacrato alla suggestioni boeme. Al poema sinfonico di Bedřich Smetana dedicato al fiume ceco e parte del ciclo Má vlast (La mia patria) si affiancano infatti la Serenata per archi in mi maggiore e la Sinfonia n. 6: esempi perfetti dell’arte di Antonín Dvořák, in cui abbandoni tipicamente slavi da un lato e focose seduzione gitane dall’altro si insinuano nel classicismo viennese di Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms.
Programma
Bedřich Smetana Vltava (Moldava), poema sinfonico da Má vlast (La mia patria)
Antonín Dvořák
Serenata per archi in mi maggiore, op. 22
Intervallo
Antonín Dvořák
Sinfonia n. 6 in re maggiore, op. 60
Nasce nel 1975 a Montréal e studia pianoforte, direzione d’orchestra, composizione e musica da camera al Conservatoire de musique du Québec. Prosegue quindi la sua formazione prima al Westminster Choir College di Princeton, in New Jersey, dove studia direzione corale e poi al fianco di Carlo Maria Giulini. Nominato nel 2000 Direttore Principale e Artistico dell’Orchestre Métropolitain di Montréal, è regolarmente invitato da istituzioni musicali quali Teatro alla Scala di Milano, Festival di Salisburgo, Carnegie Hall e Metropolitan Opera di New York, di cui con Otello inaugura la stagione 2015-2016. Direttore Principale Ospite della London Philharmonic Orchestra dal 2008 al 2014, è Direttore Musicale della Rotterdams Philharmonisch dal 2008 e della Philadelphia Orchestra dal 2012.