È possibile unire i tre titoli definiti “la trilogia popolare verdiana” con un trait d’union che li attraversi e con una proposta registica e drammaturgica d’insieme? Francesco Micheli, il maestro Fabio Luisi e il Maggio ci scommettono, convinti che la “trilogia” ci consegni Giuseppe Verdi come un Padre della Patria. “Quel filo che le unisce, passa e intesse le trame prendendo i colori della nostra Bandiera e la “trilogia” diventa un polittico a tinte forti che dice quello siamo, quello che dovremmo essere, anzi quello che vorremmo essere. Verde è il colore che tratteggerà il Rigoletto: l’ambiguità, l’invidia, la rabbia sono verdi, il colore che spesso viene attribuito a queste condizioni e stati d’animo. (Francesco Micheli, regia)
Rigoletto
Opera in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma Le Roi s'amuse di Victor Hugo
Musica di Giuseppe Verdi
Prima rappresentazione: 11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia
ATTO I
Mantova, XVI secolo. Durante una festa a palazzo, il Duca rivela al cortigiano Matteo Borsa di essere deciso a conoscere la ragazza che da tre mesi incontra in chiesa. Corteggia nel frattempo anche la Contessa di Ceprano, mentre il gobbo buffone Rigoletto ne schernisce il marito e il cavaliere Marullo rivela ai cortigiani che proprio il giullare sembrerebbe avere un’amante. Rigoletto deride poi il dolore del Conte di Monterone, al quale il Duca ha disonorato la figlia, che lo maledice. Turbato, il buffone si incammina verso casa e, dopo aver rifiutato i servigi del sicario Sparafucile, abbraccia Gilda, la figlia che nasconde al mondo. Quando l’uomo si allontana, Giovanna, la custode della ragazza, lascia entrare il Duca, travestito da povero studente di nome Gualtier Maldè, che le dichiara il suo amore. L’arrivo dei cortigiani venuti a rapire quella che credono l’amante di Rigoletto lo mette però in fuga. Il buffone, credendo di rapire la Contessa di Ceprano, offre il suo aiuto accorgendosi dell’inganno solo nell’udire le urla disperate di Gilda.
ATTO II
A Palazzo il Duca, a cui i cortigiani rivelano di essere gli autori del rapimento, corre ad abbracciare Gilda, rinchiusa in una vicina stanza. Entra il buffone in cerca della figlia e, quando finalmente compare la ragazza e gli confida l’accaduto, promette vendetta.
ATTO III
Rigoletto conduce Gilda, ancora innamorata, nei pressi di un’osteria sul Mincio dove il Duca sta corteggiando Maddalena, sorella di Sparafucile. Il buffone ordina alla figlia di travestirsi da uomo e lasciare la città e paga il sicario per eliminare il Duca. Maddalena convince però il fratello a risparmiargli la vita e a uccidere al suo posto la prima persona che busserà. Gilda, che ha sentito tutto, decide di immolarsi per l’amato. Rigoletto, tornato a recuperare il cadavere per gettarlo nel fiume sente in lontananza il canto del Duca. Apre allora il sacco in cui giace Gilda che, morente, chiede perdono per sé e per il Duca.
GIUSEPPE VERDI
Giuseppe Fortunino Francesco Verdi nasce a Le Roncole di Busseto, vicino a Parma, il 10 ottobre 1813. Riceve i primi rudimenti di musica suonando l’organo della locale parrocchia e nel 1832, grazie al mecenatismo di Antonio Barezzi, può trasferirsi a Milano, nonostante non sia ammesso al Conservatorio. Oberto conte di San Bonifacio, la sua prima opera, va in scena con discreto successo alla Scala nel 1839 ma è Nabucco, tre anni più tardi, il primo grande trionfo. Dopo tanti capolavori, tra cui Ernani (1844) e Macbeth (1847), tra il 1851 e il 1853 nasce la “trilogia popolare”: Rigoletto, Il trovatore e La traviata. Arrivano importanti commissioni anche dall’estero: Les vêpres siciliennes (Parigi, 1855), La forza del destino (San Pietroburgo, 1862), Don Carlos (Parigi, 1867) e Aida (Il Cairo, 1871). Dopo la Messa di Requiem (1874), Otello (1887) e Falstaff (1893), muore a Milano il 27 gennaio 1901.