Stagione 2014/2015
Concerto

L'Arlésienne di Bizet

Un amore corroso dalla gelosia, che si trasforma in ossessione e non può sottrarsi a un tragico epilogo. La musica di Georges Bizet, carica di tutti gli sgargianti colori della Provenza, si unisce al dramma di Alphonse Daudet, rappresentato per la prima volta al Théàtre de Vaudeville di Parigi nell’ottobre 1872, per raccontare la triste storia di Frédéri, giovane diviso tra l’amore per la dolce Vivette e la sensuale Arlésienne.

Programma

Georges Bizet
L’Arlésienne, musiche di scena per il dramma di Alphonse Daudet, revisione critica per 26 strumenti di G. Zani, versione italiana di V. De Vivo

Artisti

Maestro del Coro
Lorenzo Fratini


Voce recitante
Luca Tironzelli

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

L'Arlésienne - Intervista a Lorenzo Fratini


«L’Arlésienne che sarà in scena il 4 marzo è come Bizet l’ha concepita: riproponiamo la versione originale delle musiche di scena, quella per soli 26 strumenti, e la facciamo integralmente. In Italia sarà stata fatta in questo modo solo tre o quattro volte»: così il M° Lorenzo Fratini presenta il concerto che vede impegnato il Coro e l’Orchestra del Maggio con l’attore Luca Tironzelli come voce recitante. «Non sarà un semplice concerto, né uno spettacolo di prosa. Ci sarà una recitazione in forma semiscenica: il coro sarà disposto come un coro greco, tutti quanti in fila sul proscenio, sul bordo della buca d’orchestra. Ci saranno degli effetti di luce, con i professori d’orchestra in posizione ribassata».

«C’è tutto un filone di musiche di scena. Sono le colonne sonore dell’epoca, e creano emozioni di nascosto, accompagnando come sottofondo la rappresentazione teatrale di spettacoli in prosa. Penso all’Egmont di Beethoven, al Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn, al Peer Gynt di Edvard Grieg. Bizet ha composto delle musiche pensando al fatto che sarebbero state eseguite durante uno spettacolo di prosa. C’è una forma particolare che si trova soltanto nelle musiche di scena, ed è il melologo: cioè quando l’attore recita con delle musiche di sottofondo, insieme. Ci sono poi delle parti in cui c’è solo recitazione e altre solo di musica. In questa rappresentazione abbiamo scelto di recitare – e cantare – in italiano, perché sarebbe difficile, altrimenti, seguire la storia in francese»

«Per comporre la colonna sonora di questo dramma in prosa, Bizet saccheggia a piene mani la musica popolare, si ispira a marcette e canzoni provenzali» aggiunge il Maestro Fratini. «Il coro ha un ruolo particolare: pensato originariamente come un coro fuori scena, che canta felice per la festa di Sant’Egidio, il patrono del villaggio, è fondamentale per creare una forte sensazione di estraniamento rispetto al dramma personale del povero Frédéri, promesso sposo a Vivette, che si strugge nella passione per una bella e sensuale Arlesiana. Mentre tutti sono felici si consuma il dramma di gelosia che porterà il protagonista al suicidio. La storia ricorda quella di Carmen, che Bizet comporrà tre anni dopo, mentre lavorava nel trascrivere in suite orchestrali proprio le musiche dell’Arlésienne. Ci sono delle pagine di musica straordinaria, un intermezzo che ha un assolo di sassofono contralto».
Georges_Bizet_500x234GEORGES BIZET

Nasce a Parigi il 25 ottobre 1838 in una famiglia modesta ma di solida cultura musicale: la madre è pianista e il padre maestro di canto. Nel 1848 entra al Conservatorio di Parigi, dove è allievo di Fromental Halévy e Charles Gounod. A soli diciotto anni la vittoria, con l’operetta Le docteur miracle, di una competizione istituita da Jacques Offenbach, gli apre le porte del mondo musicale francese e viene così in contatto con Gioachino Rossini, Franz Liszt e Camille Saint-Saëns. Assegnatario del Prix de Rome nel 1857 grazie alla cantata Clovis et Clodilde, una volta rientrato in patria compone le opere Les Pêcheurs de perles (1863), La jolie fille de Perth (1867) e Djamileh (1871), portate in scena però con scarso successo, così come non ottengono l’accoglienza sperata le musiche di scena per il dramma L'Arlésienne (1872). Nel 1875, turbato dall’enorme scandalo di Carmen, si ritira a Bougival dove il 3 giugno, a trentasei anni, si spegne in seguito a un infarto.

 
Luca TironzelliLUCA TIRONZELLI

Nasce a Perugia nel 1971, si diploma in violino e composizione e per oltre un decennio è membro dell’Orchestra d’archi I Solisti di Perugia con la quale effettua concerti in Italia e all’estero e numerose registrazioni discografiche per Quadrivium, Dynamic, Tactus, Bongiovanni, Nuova Era, Camerata Tokyo. Alcune sue composizioni vengono eseguite nell’ambito della Sagra Musicale Umbra, del Cantiere Internazionale d’arte di Montepulciano e presso l’Acquario Romano. Parallelamente intraprende l’attività teatrale e nel 2008, con L’ultima notte di Edgar Allan Poe, ha inizio il suo intenso rapporto con il genere del monologo musicale e del melologo. Significativo di questo fruttuoso legame è Platero e io di Juan Ramon Jimenez, che supera le cinquanta repliche, e successivi lavori quali La Fattoria degli Animali, Demian e Enoch Arden, rappresentato al 77° Maggio Musicale Fiorentino con il M° Pietro de Luigi

Date

Mer 4 marzo, ore 20:30

Prezzi
Platea 1 € 30
Platea 2 € 20
Platea 3 € 15
Palchi / Galleria 1 € 12
Galleria 2 € 10
Visibilità limitata € 8
La biglietteria dell’Opera di Firenze è aperta lunedì 14-18, dal martedì al sabato 10-18 e da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli. Informazioni
Dove

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Piazzale Vittorio Gui, 1
50144 Firenze

Dettagli e mappa
Oltre il sipario
Guide all'ascolto

4 marzo, ore 19.45