Come vivreste se nessuno vi avesse mai parlato della luce, del cielo e della bellezza? Se non riusciste a distinguere una rosa rossa da una bianca e pensaste che gli occhi fossero stati creati soltanto per piangere? La dolce Iolanta vive così, cieca e nascosta dal mondo, nel suo rigoglioso giardino sperduto tra le montagne francesi. Fino al giorno in cui un nobile giovane, per puro caso, non le rivela il miracolo della vista e la gioia dell’amore. In scena al Teatro Mariinskij nel dicembre 1892 a fianco del balletto Lo schiaccianoci, l’estremo e toccante capolavoro di Pëtr Il'ič Čajkovskij ispirato alla vita romanzata di Iolanda d’Angiò arriva al Festival del Maggio Musicale Fiorentino nell'allestimento del Metropolitan Opera House.
Iolanta(Иоланта)
Opera in un atto
Musica di Pëtr Il'ič Čajkovskij
Libretto di Modest Il'ič Čajkovskij tratto dal dramma in versi Kong Renés Datter (La figlia del re René) di Henrik Hertz
Allestimento del Metropolitan Opera House e Teatr Wielki Opera Narodowa
Re René
Ilya Bannik (28, 30/04, 3/05)/ Alexei Tanovitski
Iolanta
Victoria Yastrebova
Robert
Mikołaj Zalasiński
Vaudemont
Vsevolod Grivnov
Marta
Mzia Nioradze
Brigitta
Maria Stasiak
Laura
Irina Zhytynska
Almerique
Mateusz Zajdel
Ibn-Hakia
Elchin Azizov
Bertrand
Federico Sacchi
ATTO UNICO
Sulle montagne della Francia del sud, nel XV secolo, la principessa Iolanta sta raccogliendo frutti dagli alberi di un meraviglioso giardino assieme alla balia Marta e ad alcune amiche. La ragazza, cieca dalla nascita, è cresciuta senza che le venisse rivelata la sua condizione, né titolo nobiliare di suo padre René, re di Provenza. Ora sente che le manca qualcosa e, malinconica, si assopisce cullata dal canto della balia. Dopo che le donne rientrano in casa, lo scudiero Alméric annuncia a Bertrand, il marito di Marta, l’arrivo del re e del medico moro Ibn-Hakia. Questo, visitata la fanciulla, afferma di poter tentare di guarirla solo quando prenderà consapevolezza della sua cecità; René rifiuta, temendo di distruggere la serenità della figlia se la cura non dovesse funzionare. Poco dopo, smarrita la strada tra le montagne, giungono il conte Gottfried di Vaudémont e Robert duca di Borgogna. Quest’ultimo è il promesso sposo di Iolanta, che non ha mai visto e che, essendo innamorato di un’altra donna, non intende prendere in moglie. I due uomini scorgono quindi la principessa: Vaudémont ne resta profondamente ammaliato mentre Robert, convinto che l’amico sia preda di un qualche incantesimo, corre a cercare aiuto. Vaudémont chiede alla ragazza di cogliergli una rosa rossa così da ricordarla quando se ne sarà andato; lei, cieca, gliene porge una bianca. L’uomo intuisce allora la triste condizione di Iolanta e le parla della luce che non può vedere. Compare all’improvviso il re e furente ordina di uccidere lo sfacciato conte se la cura di Ibn-Hakia non avrà gli esiti sperati; ma in realtà si tratta di un pretesto per spronare a guarire la figlia, ormai innamorata del giovane. Vaudémont chiede allora la mano della ragazza e Robert, che rivela anche al re di essere invaghito di un’altra donna, acconsente a sciogliere il fidanzamento. Nel frattempo la cura di Ibn-Hakia funziona e Iolanta, tra l’esultanza generale, può finalmente vedere.