Stagione 2015/16

Al canto, al ballo

Come un giorno nacque l'Opera a Firenze

Uno spettacolo originale e dinamico che racconta come i fiorentini, nel 1600, “inventarono” l’opera, un genere che avrebbe dominato l’Europa nei tre secoli successivi. Mentre ci si preparava alla rappresentazione in Palazzo Pitti dell’Euridice di Jacopo Peri e Giulio Caccini, divampavano le discussioni fra i componenti della Camerata de’ Bardi e nascevano amori fra le primedonne e i cronisti dell’epoca. Orfeo si metteva in cerca della sua sposa, l’opera iniziava il suo cammino.

Artisti

Direttore e musiche originali
Carlomoreno Volpini

Regia e scrittura scenica
Manu Lalli

Scene
Roberta Lazzeri

Luci
Alessandro Tutini

Maestri Preparatori del Coro
Ennio Clari e Ania Leila Rufo con la collaborazione di Sergio Odori che ha curato i movimenti di body-percussion dei bambini

Coro di voci bianche di Opera in campo e della Scuola secondaria di I grado dell’Istituto San Giuseppe di Firenze

Ensemble di Musica Antica e Strumentisti del Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze
Attori
Francesco Pomicino (Giulio Caccini, musicista/Ruffo, attore della commedia dell’arte)
Michele Monasta (Jacopo Peri, musicista/Bastiano, capocomico della commedia dell’arte)
Chiara Casalbuoni (Francesca Caccini, musicista/Flora, attrice della commedia dell’arte)
Gabriele Zini (Michelangelo Buonarroti il Giovane/Ruffo, attore della commedia dell’arte)
Cecilia Russo (Isabella, primadonna della commedia dell’arte)
Luca Baldini (Ulio, attore della commedia dell’arte)
Federico Zini (Liso, attore della commedia dell’arte)
Andrea Landi (Ottavio Rinuccini, poeta /Baccio, attore della commedia dell’arte)

Cantanti
Dioklea Hoxha
Beatriz Oyarzabal Pinan
Yerzhan Tazhimbetov
Paolo Breda Bulgherini

Collaboratori di palco
Elena Bertossa Marta Bonucci Eleonora Paparo
Manu Lalli

Regista, drammaturga, operatore culturale, ma soprattutto animatrice teatrale, fonda  quasi 25 anni fa “Venti Lucenti”, con la quale si occupa di teatro, educazione, divulgazione dell’opera lirica collaborando con enti, teatri, scuole, sul territorio nazionale e estero. Il filo rosso che ha legato le sue molteplici attività è da individuarsi nell’attenzione rivolta alla promozione di una cultura di pace e di tolleranza, basata sul riconoscimento della diversità, e sulle grandi potenzialità di espressione e di comunicazione di tutti. Le sue numerose messe in scena, (in molte delle quali  attori  danzatori, acrobati, musicisti professionisti, lavorano fianco a fianco con bambini, o non professionisti di provenienza varia) vedono la partecipazione annuale di centinaia di artisti (spesso in scena contemporaneamente). Il numero però non è un limite, ma una risorsa, poiché trasmette agli attori il senso di un lavoro epico teso alla rappresentazione simbolica dei grandi archetipi dell’immaginario collettivo. Da oltre dieci  anni si è specializzata in progetti di formazione e didattica legati alla musica e alla lirica, collaborando con la Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, il Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra della Toscana, il Teatro Coccia di Novara.

 

Carlomoreno Volpini

Carlomoreno Volpini inizia a studiare da giovanissimo con il padre, diplomandosi successivamente al Conservatorio "L. Cherubini" di Firenze in violino, sotto la guida di L. Gamberini. Studia composizione con uno dei massimi esponenti dell’avanguardia musicale, S. Sciarrino, e direzione d'orchestra con P. Bellugi, con il quale si forma tecnicamente e musicalmente sul repertorio sinfonico. Si diploma, sempre presso il Conservatorio di Firenze, in composizione sperimentale con M. Cardi e in direzione d’orchestra con A. Pinzauti. Nel 2000 si perfeziona con D. Renzetti, presso l’Accademia Musicale Pescarese e nel 2002 all' Accademia Chigiana di Siena con  Y. Ahronovitch. Nel 2004, sempre alla Chigiana, frequenta il corso di musica da film tenuto da L. Bakalov.
In un decennio debutta una ventina di titoli operistici tra i quali: Nozze di Figaro, Don Giovanni, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Lucia di Lammermoor, Elisir d’amore, Don Pasquale,  Norma, Macbeth, Traviata, Rigoletto, Aida, Carmen, Tosca, Bohème, Gianni Schicchi, Pagliacci. Nel sinfonico: Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert, Mendelssohn, Dvorak, Grieg, Fauré, Cajkovskij, Rachmaninov, Stravinsky.
Collaborazioni principali: Orchestra Regionale Toscana, Orchestra del Festival Puccini, Orchestra del Maggio Fiorentino Formazione, Filarmonia das Beiras, Orchestra Filarmonica di Verona, Camerata Strumentale città di Prato, Orchestra Sinfonica Nazionale Siriana, Orchestra Filarmonica del Piemonte, Orchestra Sinfonica di Budapest, Orchestra da camera di Krasnoyarsk (Siberia), Orchestra Sinfonica del Teatro Petruzzelli di Bari,  Orchestra Sinfonica Cajkovskij di Udmutria (Russia). È fortemente attratto dal rapporto tra musica e drammaturgia sposta quest’asse d’interesse dall’Opera a quello con l’immagine, scrivendo musica per spettacoli teatrali e non solo. E’ vincitore del primo premio assoluto del concorso internazionale di musica da film “Mario Nascimbene Award” 2013/14 dal quale nascerà una collaborazione con Lucca film festival Europa Cinema 2015 ed una prossima produzione con gli editori Emmebi & Loescher sulla Divina Commedia di Dante Alighieri.
Quando nasce l’opera lirica ? E dove? Da molti anni mi occupo di spettacoli lirici principalmente realizzati e pensati per i bambini, e quante volte ho sentito questa domanda! Ed eccoci qui, a tentare di raccontare come nasce questo sogno. L’idea del progetto suggerita da Pierangelo Conte nasce proprio dall’esigenza di spiegare e raccontare al pubblico la nascita di una delle eccellenze artistiche del nostro paese, e della città di Firenze. Siamo nel 1600 a Firenze, governano i Medici,  potente famiglia fiorentina con una grande passione per le arti. Nell’Accademia dei Bardi un gruppo di artisti, letterati e poeti si domanda come fosse la musica dell’antica Grecia, e cercandola, inventa invece un nuovo modo di comunicare i sentimenti e le emozioni; il recitar cantando. L’opera venne scritta su richiesta dei Medici in occasione del Matrimonio di Maria, Nipote di Ferdinando, allora Granduca,  con Enrico di Navarra, futuro re di Francia. In occasione dei Festeggiamenti la città era in subbuglio e centinaia  i artisti, commedianti di strada  e musicisti si riversavano fra le sue vie per prendere parte all’evento. Giulio Caccini e Jacopo Peri musicisti e Ottavio Rinuccini Poeta, assieme a molti altri, raffinarono in quel momento uno stile,  quello appunto del recitar cantando,  che aveva già nelle sue strutture principali, tutti i segni  di ciò  che sarebbe poi diventata l’opera lirica.

Per la scrittura del soggetto ho usato non solo le poche tracce biografiche di personaggi realmente esistiti, ma anche i tratti principali delle opere liriche di tutti i tempi. Un lui che ama una lei, ma il Padre non vuole. Uno scenario ricco di intrigo e di passione. Qualche scelta drastica ma eroica. Un paio di gag da morire dal ridere affidate a personaggi di apparente secondo piano. Alcuni cori malinconici e pieni di struggente fascinazione. Un viaggio per un paese lontano. Ah l’opera! Proprio come il mito e la fiaba, racchiude in se i grandi archetipi dell’immaginario collettivo e la capacità straordinaria di rendere attraverso la musica e le parole la potenza dei sentimenti al massimo della loro  forza, lasciandoci il più delle volte,  attoniti di fronte allo svelamento di ciò che ognuno di noi nel suo privato vive e pensa.

Francesca Caccini, figlia di Giulio, si innamorerà nella finzione scenica,  del “Dotto Michelangelo Buonarroti il giovane” ( nipote del grandissimo Buonarroti) e rinuncerà a questa passione per convenzioni sociali e per amore della musica. Orfeo soggetto della prima opera scritta col nuovo stile,  ritroverà,  contrariamente al Mito,  la sua Euridice e saranno felici. "Ma" come dice Francesca "è solo un sogno, poiché l’amore quello vero, quello che riempie la vita di senso è come il pulviscolo che entra dalla finestra,  puoi vederlo ma non puoi mai  catturarlo". La speranza e l’aspettativa dello spettacolo sono il desiderio di condividere con il pubblico l’orgoglio dell’appartenenza ad un paese che ha creato una delle forme d’arte più belle della storia, con il desiderio che questa appartenenza possa essere condivisa e diventare strumento di accoglienza e di apertura al mondo intero.  Jacopo Peri in uno dei momenti più struggenti dello spettacolo dice “io ho aperto la strada al valore di altri, che camminando sopra le mie orme tracciate possano giungere la dove a me non è dato pervenire".

La strada continua.

Manu Lalli

 

 
La musica di questo spettacolo è articolata su tre diversi livelli, ciascuno rispondente alla costruzione drammaturgica.

Il primo livello è agganciato al momento in cui prende vita, in casa Bardi, la prima opera della storia: l’Euridice: i musicisti, in palcoscenico, interpreteranno (con strumenti originali) la musica dell’epoca, restituendo alcuni momenti dello sviluppo creativo di questa opera.

Il secondo livello si articola nella prospettiva musicale che da quel momento si apre. Costruito su citazioni e brani tratti dal repertorio ‘classico operistico’, questo percorso si snoderà attraverso la musica di Gluck, Haendel, Verdi, Bizet, Puccini, Wagner, Donizetti ed altri quali prosecutori di quel Big Bang culturale seicentesco. Le musiche sono state scelte secondo la loro funzionalità narrativa, per significare l’immutabilità dei sentimenti  nel flusso dei secoli. Per fare un esempio:  ad un certo momento assisteremo all’incontro tra Francesca Caccini e Michelangelo Buonarroti il Giovane;  la passione amorosa che immediatamente ne conseguirà verrà comunicata con l’inizio del Tristano e Isotta di Wagner, opera  da sempre riconosciuta come monumento al sentimento d’amore.

Il terzo livello è quello della musica originale. Scritta come una sorta di ‘colonna sonora’ per lo spettacolo, è pensata per legare e fondere insieme le sue parti, ma anche per sottolineare l’azione, in modo tale che il risultato sia quanto più possibile corrispondente alle esigenze narrative di questa storia antica raccontata oggi.

Il linguaggio è eterogeneo, ricco di rimandi storici e storicizzanti, di immagini sonore evocative e di forme musicali virate ad un uso ‘improprio’, ma efficace.  Nell’episodio che vede Peri e Caccini coinvolti in un’accesa discussione, ho utilizzato la forma (embrionale) del Canone, poiché rappresenta la forma perfetta nella costruzione di un tessuti a più voci: la prima voce enuncia il suo discorso, al termine del quale subentra la seconda voce e via di seguito: una discussione corretta, dettata da regole precise. Nel nostro caso, invece, le voci sono concitate, si accavallano, si sovrappongono, creando confusione; perciò il Canone è imperfetto, con entrate giuste e sbagliate, irriverenti della buona forma.

Un’ulteriore funzione della musica di questo terzo livello è di raccontare l’evoluzione musicale nel tempo:  alle riflessioni di Peri che si interroga su quale sarà il futuro del genere che con l’Euridice sta nascendo,  rispondono delle vere e proprie allucinazioni sonore, in cui frammenti rossiniani-mozartiani  risuonano nella sua mente, distorti e trasfigurati, ma pur sempre riconoscibili. Né mancano delle fugaci incursioni nel mondo sonoro popolare della nostra epoca, a sottolineare in quante forme i secoli abbiano trasformato quel Recitar Cantando, portandolo anche fuori dal suo primo ambiente, in contesti culturali diversi. A volte un suono o una parola possono bastare a portarci in un altro mondo.

Carlomoreno Volpini

 

 
Date

Lun 16 novembre, ore 10:00
Mer 18 novembre, ore 10:00
Mar 17 novembre, ore 10:00
Ven 13 novembre, ore 10:00
Gio 12 novembre, ore 20:00
Mer 11 novembre, ore 10:00
Mer 18 novembre, ore 20:00
Sab 14 novembre, ore 16:30

Prezzi
Posto unico € 15
Dove
Ringraziamenti
In collaborazione con il Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze e Venti Lucenti